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Molto spesso i genitori di bambini con disturbo di linguaggio (specifico e non) pensano solo alla terapia logopedica come aiuto per il proprio figlio; in realtà si è visto come nella maggior parte dei casi associare una terapia neuropsicomotoria porti ad ottenere maggiori risultati. Quali sono i prerequisiti per comunicare?Partiamo dal presupposto che per comunicare il bambino ancor prima del linguaggio deve aver acquisito una serie di pre-requisiti fondamentali:
Problemi di linguaggio: quali altre difficoltà possono emergere?I bambini con disturbo di linguaggio inoltre presentano molto spesso difficoltà psicoaffettive e relazionali, in quanto il bambino che fatica nella comunicazione verbale è costretto a trovare ed utilizzare altre strategie per esprimersi, non sempre comprensibili dall’altro, che porteranno ad una chiusura ed un isolamento evitando cosi il canale verbale, oppure esprimendo il suo disagio tramite il corpo e l’azione, diventando più irrequieto e a volte aggressivo. Esempi in tal senso sono bambini che tendono a giocare sempre da soli perché non riescono a farsi capire dai pari, oppure che utilizzano spinte e morsi per reclamare il proprio spazio o conquistarsi un gioco. In entrambi i casi emerge una difficoltà nella relazione con l’altro. La terapia neuropsicomotoria può aiutare nei casi di disturbo del linguaggio?Attraverso la terapia neuropsicomotoria si aiuta il bambino a sviluppare e potenziare le competenze comunicative e relazionali, così da sostenere ed affiancare il lavoro specifico sul linguaggio effettuato con la logopedia, sia attraverso il gioco spontaneo del bambino che attraverso proposte più strutturate e guidate dalla terapista. Una volta che il bambino ha acquisito le competenze comunicative e relazionali, diventa una risorsa in più la possibilità di intraprendere un percorso neuropsicomotorio in piccolo gruppo con altri bambini con difficoltà di linguaggio. Nel gruppo ogni bambino troverà nuove strategie per comprendere e farsi comprendere dall’altro e riuscire a giocare insieme, potenziando maggiormente sia l’area comunicativa che quella affettivo-relazionale. Una valutazione completa a 360°
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Dopo il successo dell'anno scorso torna il percorso dedicato a genitori e bambini organizzato dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro (Insegnante Massaggio Infantile AIMI). 6 incontri a Monselice, pensati per essere momenti di riflessione, supporto, confronto e cura della mamma, del papà e del proprio bambino. Cos'è il massaggio infantile?Il massaggio del bambino è un efficace strumento attraverso cui rafforzare la relazione con i nostri bambini. Non si tratta quindi di imparare una tecnica ma si cerca di affinare una attitudine: entrando nel dettaglio di un modo di comunicare profondo con il proprio figlio appena nato. Il massaggio del bambino è un’antica tradizione presente nella cultura di molti paesi che è stata riscoperta e si sta espandendo anche nel mondo occidentale, anche grazie ad organizzazioni come A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio Infantile), di cui la specialista che organizza gli incontri fa parte. Quali sono i vantaggi del massaggio infantile?L’evidenza clinica e alcune recenti ricerche hanno confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a livello fisico, psicologico ed emotivo. Il massaggio del bambino è una procedure molto semplice e ogni genitore può impararlo facilmente. Durante gli incontri verrà proposto un programma flessibile che si può adattare alle esigenze del bambino fin dalla nascita, accompagnandolo poi nelle diverse fasi della sua crescita. Con il massaggio è possibile sostenere, proteggere e stimolare la crescita e la salute del bambino, ed è un mezzo privilegiato per comunicare ed essere in contatto con lui. 5 incontri di massaggio infantile A.I.M.I.Con Elisa Callegaro 14, 21, 28 maggio 2022 4, 11 giugno 2022 PRIMO TURNO: 9.00 - 10.30 SECONDO TURNO: 11.00 - 12.30 Massimo 3 bambini per turno 1 incontro sui temi Svezzamento e Sviluppo Motorio7 maggio 2022 dalle 9.30 alle 11.30 Con Dott. Carolina Rossi Logopedista e Dott. Luisa Ferrato Neuropsicomotricista Con la partecipazione di Dott. Caterina Scarparo Odontoiatra Pediatrica Indirizzo e contattiGli incontri si svolgeranno presso: STUDIO PAROLIAMO Via Fratelli Cervi, 25 Monselice (PD) CONTATTI Tel: 340.2539556 Mail: [email protected] FB: ec.ioeilmiokoala Per rispettare tutte le norme e i criteri di sicurezza del periodo, i posti sono limitati e
tutto sarà regolato dalle indicazioni igienico-sanitarie descritte nei vari decreti. Continuiamo a parlare di sviluppo motorio nei più piccoli con la nostra neuropsicomotricista (TNPEE) e scopriamo cosa si può fare per favorirlo. Nello scorso articolo abbiamo visto i primi 4 consigli per favorire lo sviluppo motorio nei neonati, oggi ne vediamo altri 4! Consiglio 5: il gattonamentoÈ vero che non tutti i bambini gattonano e che se non lo fanno non è indice di uno sviluppo alterato, ma è anche vero che è uno schema motorio importantissimo in quanto favorisce lo sviluppo della visione, del tatto, dell’equilibrio, il rinforzo muscolare, la coordinazione, l’equilibrio e l’orientamento spaziale, facilita l’integrazione sensoriale, pone le basi per una buona lateralizzazione. Vediamo ora come favorire lo sviluppo del gattonamento. Sicuramente lasciando giocare il bambino in posizione prona su un tappeto o una coperta, ponendo davanti a lui una serie di stimoli interessanti (e qui si ricorda l’importanza del “tummy time”). Altri suggerimenti per aiutare i neonati a gattonare sono:
Consiglio 6: si cammina!![]() Lo sviluppo della stazione eretta avviene in genere attorno ai 10 mesi. È sconsigliato anche in questo caso mettere il bambino in piedi prima del tempo o forzare la posizione se non è pronto, perché non si farebbe altro che andare a sollecitare arti inferiori e schiena non ancora pronti a mantenere la postura antigravitaria, rischiando problemi muscolo-scheletrici. Possiamo però favorire il suo raggiungimento mettendo degli oggetti sopra il divano o sopra a piccoli mobili ben ancorati al muro e con una buona solidità, così che il bambino spinto dalla curiosità ci si possa attaccare e sia stimolato ad alzarsi in piedi. Una volta alzato, si potranno poi mettere gli oggetti sparsi lateralmente sul divano così che il bambino inizi a spostarsi lateralmente (a costiera, prima forma di cammino), poi si potranno proporre seggioline, carrellini ed oggetti a cui potersi attaccare e camminare spingendoli. In seguito si vedrà il bambino sviluppare il cammino autonomo senza necessità di appoggiarsi. Un ulteriore consiglio: quando il bambino inizia a muovere i primi passi, invece di tenerlo per le mani andando a tirare le braccia e rischiando di sbilanciarlo, è meglio sostenerlo a livello del tronco, così da dare maggiore stabilità e favorire l’equilibrio. Consiglio 7: no al girello!Assolutamente da evitare l’utilizzo del girello in quanto non permette il fisiologico sviluppo delle articolazioni che vengono sovraccaricate, predispone a cadute, non permette lo sviluppo dell’equilibrio, tende a favorire il cammino sulle punte e non è favorevole al raggiungimento dell’oggetto. Meglio preferire i "baby vai", oppure dei giochi a spinta tipo carrellini per i primi passi. Consiglio 8: le scarpe![]() Mettere le scarpe prima che il bambino sappia camminare risponde solamente ad un’esigenza estetica per i genitori, in quanto per il bambino sono totalmente inutili ed anzi possono diventare limitanti quando lo mettiamo a terra e quando inizia a compiere i primi movimenti. Meglio mettere dei calzini grossi per tenere i piedi al caldo. È anche preferibile lasciare il bambino scalzo quando il bambino cammina su superfici naturali e/o morbide, come ad esempio erba, terra, sabbia, sassi in quanto camminare a piedi nudi stimola la formazione dell’arco plantare ed invia al bambino numerosi stimoli propriocettivi, vestibolari e sensoriali. Le scarpe sono da mettere invece quando il bambino cammina su superfici ruvide e lisce per dare un maggior sostegno. Ma come scegliere le scarpe per bambini? Queste delle buone caratteristiche delle scarpe per bambini:
Cerchi altri consigli per favorire lo sviluppo motorio nel neonato?
![]() Il libro "Neonati felici in movimento. Guida per lo sviluppo motorio insieme al tuo bambino da 0 a 12 mesi" di Beverly Stokes nasce dall'osservazione degli schemi evolutivi del movimento dei neonati; ripercorrendo e rispecchiando il loro naturale percorso motorio diventa possibile scoprire nuove opportunità di comunicazione e di cura. Per l'adulto, inoltre, imparare dai movimenti dello sviluppo neonatale può significare ritrovare allineamento, rivitalizzazione, scioltezza oltre ad una consapevolezza corporea forse perduta. Attraverso i semplici esercizi presentati in "Neonati Felici in Movimento", spiegati e illustrati passo passo, le madri e i padri, come gli educatori del movimento nelle diverse età della vita, sono invitati a ripetere le tappe evolutive della crescita pre-locomotoria e locomotoria. Capire in che modo i bambini organizzano la percezione del loro corpo crea una possibilità di scambio reciproco e, nel contempo, attiva nel bambino lo stimolo naturale all'apprendimento. Per imparare dai più piccoli a muoversi alla grande!Il testo è diviso per mesi da 1 a 12, e per ogni mese troviamo la descrizione del comportamento, dell’interazione con i genitori, dei movimenti da fare come adulti ed è corredato da immagini tecniche ed esplicative di supporto ai movimenti e delle indicazioni di esplorazione con una scheda finale per le valutazioni.
Il libro si focalizza sullo sviluppo motorio nel primo anno di vita che, come abbiamo visto grazie a diversi articoli della nostra TNPEE e nueropsicomotricista Luisa, è di fondamentale importanza per la crescita del bambino. ![]() Come ci si può occupare al meglio dei bambini nella quotidianità? Come gestire e preservare nella vita di tutti i giorni la loro salute fisica e psichica? Come mantenere una dimensione di benessere, individuale e di gruppo, a casa e nei nidi d'infanzia? Come mettere i bimbi più piccoli in situazioni che ne promuovano naturalmente il corretto sviluppo motorio, senza intervenire in modo invasivo o prescrittivo? Agnès Szanto-Feder, psicologa con una lunghissima esperienza nei nidi e istituti d'infanzia, risponde a tutte queste domande, ispirandosi alle riflessioni e alle pratiche di Emmi Pikler, pediatra di fama internazionale e sostenitrice di un approccio olistico all'infanzia, basato sulla costruzione di un rapporto rispettoso dei tempi e delle attitudini di ogni bambino. Il libro "L' osservazione del movimento nel bambino. Accompagnare lo sviluppo psico-motorio nella prima infanzia", muovendo dalla convinzione dell'importanza fondamentale della motricità per la strutturazione della personalità fin dai primi anni di vita. Un libro per genitori, educatori e formatori per capire i movimenti dei più piccoli!Si tratta di una lettura molto utile per approfondire le tappe dello sviluppo motorio e per comprendere come stimolarle al meglio. Il libro è indicato non solo per i genitori, ma anche per gli educatori e i formatori che ruotano attorno al mondo del bambino fornendo loro occasioni di riflessione e strumenti per ripensare la relazione con il bambino in termini di "educazione attiva", empatia, compartecipazione.
Consiglio di lettura. I giochi più stimolanti e creativi da fare con il tuo bambino da 0 a 6 anni28/11/2021
Giochi per i più piccoli... ma anche per i genitori!Il libro di Giorgia Cozza è pensato per offrire ai più piccini gli strumenti per divertirsi e giocare in modo creativo, stimolando l'immaginazione ed esercitando mente e corpo. Ma non va dimenticato che giocare insieme è un'opportunità preziosa anche per il genitore, che ha l'occasione di riscoprire un mondo-bambino, nel quale il tempo rallenta, si alleggerisce, si colora di magia. Un libro con tante idee di gioco da proporre al proprio bambino e da fare insieme per sviluppare tantissime abilità ma anche per rafforzare il legame genitore-figlio.
In uno degli articoli dello scorso mese abbiamo parlato dello sviluppo motorio, ma cosa si può fare per favorirlo? Come possiamo stimolare al meglio il bambino? Consiglio 1: Tummy time!Ma che cosa significa "Tummy time"? Significa “tempo della pancia”, ovvero una sorta di ginnastica a pancia in giù. La posizione prona è infatti da proporre fin da poco tempo dopo la nascita, in quanto è fondamentale per favorire lo sviluppo della muscolatura del capo, del tronco e delle braccia, impostando così da subito le basi per le tappe successive che permetteranno al bambino di muoversi nello spazio (rotolo, striscio, gattonamento, ...). ![]() Come, quando e per quanto tempo dura il "Tummy Time"? È l’ideale predisporre un tappetino a terra dove posizionare il bambino, ma nei primi tempi può essere fatto anche distendendo il bambino sul corpo del genitore così da trarre beneficio anche dal contatto corporeo e rafforzare la relazione genitore figlio. Se il bambino fatica a tollerare questa posizione, si può facilitarlo posizionando sotto al ventre un cuscino (come quello per l’allattamento) oppure un asciugamano arrotolato. Il tempo in cui lasciare il bambino in questa posizione sarà inizialmente per pochi minuti, per poi andare ad aumentare gradualmente la durata di questa “ginnastica”, che può essere proposta anche più volte al giorno ed è fortemente consigliato proporla tutti i giorni. Fondamentale sarà offrire i giusti stimoli al bambino per accompagnarlo nell'accettazione della posizione e per aiutarlo nello sviluppo di nuove competenze. Il primo stimolo che lo motiverà a sollevare la testa sarà quello sonoro, e quale suono migliore della voce di mamma e papà?! Ecco che allora ci si può porre davanti a lui, chiamarlo, cantargli qualche canzoncina, ecc. per poi andare a proporre altri stimoli sonori e in seguito giochi concreti così da andare a stimolare anche la percezione visiva, l’inseguimento visivo, l’allungamento delle braccia per raggiungere un oggetto, la coordinazione occhio-mano e l’inseguimento visivo. Alcuni giochi da utilizzare durante il "Tummy Time" e che possono essere utili a questo scopo sono:
Consiglio 2: limitare l'utilizzo del boxIl box è sicuramente uno strumento utile per posizionare il bambino in sicurezza mentre la mamma è alle prese con le faccende domestiche o sta facendo la doccia. L'importante è non lasciarci però il bambino troppo tempo ed utilizzarlo in maniera continuativa, in quanto potrebbe portare ad un ritardo di sviluppo. Costituendo una sorta di “recinto” il bambino non avrebbe la possibilità di muoversi liberamente e di esplorare lo spazio. Inoltre il bambino potrebbe ricercare la verticalizzazione mettendosi in piedi troppo presto quando fisiologicamente non è ancora pronto, andando a sollecitare esageratamente le strutture muscolo-scheletriche. Se si decide di utilizzarlo per brevi momenti della giornata, si consiglia di non mettere al suo interno troppi giochi ma metterne 2-3 a rotazione così che il bambino possa esplorarli e manipolarli, e di modo che la superficie utile per muoversi all'interno del box non venga ulteriormente ridotta. Consiglio 3: si rotola!
Ma si può far qualcosa per favorire l’acquisizione della posizione di rotolamento? La risposta anche in questo caso è: assolutamente sì! Lo si può e si deve fare fin a partire dalla nascita. Quando si prende in braccio un bambino supino disteso, ad esempio nella culla o sul fasciatoio per il cambio, si deve farlo rotolare a pancia in giù sulla nostra mano e poi alzarlo. Lo stesso vale quando lo si spoglia e lo si veste, mai sollevarlo frontalmente, ma farlo sempre rotolare dolcemente verso un lato. Anche quando lo mettiamo a terra oltre alla posizione a pancia in giù di cui abbiamo già parlato, è importante cambiare spesso posizione alternando posizione pancia in giù, fianco destro e fianco sinistro con un asciugamano arrotolato a far da sostegno. Un altro consiglio è quello di porre un oggetto lateralmente verso il capo quando è posizionato a pancia in su e stimolarlo ad allungare il braccio per afferrarlo. Fondamentale è sempre proporre qualcosa di accattivante! Consiglio 4: la postura seduta![]() La postura seduta è una postura che diventa fisiologica e può essere raggiunta autonomamente dal bambino tra gli 8 e i 9 mesi. Fondamentale quindi non anticiparla, sia perché è una postura molto impegnativa da mantenere per il bambino che lo distrae rispetto al gioco che può effettuare a pancia in giù, ma soprattutto perché può diventare dannosa per la schiena andando ad incidere sulle strutture osseo-scheletriche non ancora pronte. La domanda che sorge spontanea è: "Ma allora deve mangiare disteso?" Assolutamente no! Il bambino a partire dai 6 mesi può essere messo seduto sul seggiolone per il tempo limitato del pasto, ma è importante che schiena e piedi siano sempre ben appoggiati. Per i motivi appena elencati, anche per i primi giri in bicicletta sul seggiolino, è bene proporli dopo gli 8-9 mesi quando il bambino potrà restare seduto autonomamente, sempre con l’accortezza che la schiena sia bene appoggiata e regolando il poggiapiedi di modo che anche i piedi siano bene in appoggio. Nel momento in cui la posizione viene raggiunta sarà importante proporre giochi che favoriscano la manipolazione e lo sviluppo della manualità fine proponendo prima giochi più grandi a favore dell'afferramento a rastrello e della presa palmare, passando poi ad oggetti più piccoli a favore della presa a pinza. Alcune proposte interessanti per favorire la manipolazione e lo sviluppo della manualità possono essere:
Nel prossimo articolo altri 4 consigli per favorire lo sviluppo motorioPer oggi i consigli si fermano qui! Ma nel prossimo articolo della nostra neuropsicomotricista Luisa vedremo altri 4 consigli utili per favorire lo sviluppo motorio nei primi mesi di vita dei bambini!
Con l’articolo di oggi andremo a vedere le principali tappe di sviluppo motorio nel primo anno di vita. Una prima considerazione da fare è che i primi 6 mesi di vita del bambino corrispondono in proporzione a 6 anni di sviluppo neuropsicomotorio, mentre dal 7° al 12° mese corrispondono a 3 anni, questo per sottolineare l’innumerevole quantità di abilità che il bambino acquisisce nel primo anno di vita. È bene evidenziare fin da subito come ogni bambino sia unico, quindi anche il raggiungimento delle varie tappe motorie può subire delle variazioni in termine temporale. Le tappe dello sviluppo motorio: i primi 6 mesiPrimo mese È caratterizzato dalla presenza dei riflessi neonatali e da una postura incerta ed asimmetrica, in cui il bambino non riesce ancora a controllare il proprio corpo, in particolare il capo. Messo a pancia in su è possibile osservare uno sgambettio incontrollato degli arti inferiori, mentre in posizione prona si osserva la posizione a candeliere con il baricentro sullo sterno. Secondo mese A pancia in su si continua ad osservare l’instabilità, mentre a pancia in giù inizia a svincolare e sollevare capo e spalle, distende anche le gambe. Inizia a seguire con lo sguardo una persona che si muove nella stanza. Terzo mese Tenuto in braccio ora il bambino inizia a controllare il capo, insegue un oggetto che si sposta nel suo campo visivo, inizia a sorridere in risposta al sorriso dell’adulto (il cosiddetto sorriso sociale). A pancia in su iniziano le prime esplorazioni corporee portando le mani alla bocca, mentre a pancia in giù inizia ad appoggiarsi sui gomiti formando un angolo a 90°. Quarto mese Oltre alle mani ora inizia a portare anche gli oggetti in bocca. A pancia in giù inizia l’appoggio asimmetrico per arrivare, verso i 4 mesi e mezzo, a svincolare il braccio per raggiungere un oggetto e a compiere il mezzo rotolo da prono a supino. Quinto mese A pancia in su inizia la coordinazione occhio-mano-piede, e il bambino oltre alle mani inizierà a mettere in bocca ed esplorare anche i propri piedini. A pancia in giù inizierà ad alzare braccia e gambe, sembrando un aereoplanino. Sesto mese A pancia i giù raggiunge la posizione a braccia estese e svilupperà la prima forma di spostamento ed esplorazione del mondo: il rotolamento, che utilizzerà sia per raggiungere gli oggetti che per raggiungere mamma e papà. Tenuto verticalmente inizia a sopportare una parte del suo peso e lo si vedrà spingere con i piedi. Le tappe dello sviluppo motorio: dai 7 mesi a un anno![]() Settimo mese Ora porta i piedi alla bocca senza perdere l’equilibrio e a pancia in giù inizierà a sollevare pancia e corpo per prepararsi al gattonamento. Riesce a star seduto con appoggio, ma anche senza sostegno per qualche breve momento. Ottavo mese Da disteso riesce a portarsi in posizione seduta se l’adulto tenendolo per mano esercita una leggera trazione sugli arti superiori, a pancia in giù appoggia su mani e ginocchia ed inizia a fare dei dondolii, compiendo poi i primi tentativi di dondolamento. Nono mese Inizia a gattonare e/o strisciare per esplorare la stanza e raggiungere oggetti, oltre che mamma e papà; consolida la capacità di restare seduto autonomamente senza sostegno. Decimo mese Iniziano i primi tentativi di verticalizzazione appoggiandosi ai mobili e nel momento in cui riesce a raggiungere la stazione eretta, appoggiato, solleva e riabbassa un piede. Continua intanto a spostarsi strisciando e/o gattonando. Undicesimo – Dodicesimo mese Si sviluppa il cammino, prima a costiera, ovvero lateralmente restando appoggiato a qualche mobile, poi spingendo qualche oggetto o se sostenuto dai genitori, per poi andare piano piano a sviluppare il cammino autonomo senza necessità di sostegno. Non anticipare le mosse! Ognuno ha i propri ritmiAttenzione!!! È fondamentale non anticipare nessuna tappa motoria, ma favorire lo sviluppo armonico e fisiologico attraverso posture e stimolazioni adeguate. A volte i genitori si preoccupano perché vedono bambini della stessa età che hanno maggiori competenze del proprio figlio, ma come abbiamo detto all'inizio i tempi di sviluppo non sono uguali per tutti, è inutile quindi sforzare una postura o una competenza se il bambino non ha acquisito quello precedente. Quindi se il bambino presenta qualche piccola anomalia rispetto allo schema descritto non c’è da preoccuparsi, può trattarsi di una normale variabilità individuale. All'interno dello studio Paroliamo è presente il servizio di consulenza per valutare come sta procedendo lo sviluppo neuropsicomotorio: uno spazio sia per un bilancio oggettivo delle competenze acquisite in relazione all'età che per dare ascolto a dubbi e perplessità dei genitori, fornendo consigli ed indicazioni per favorire la crescita del proprio bambino. Tuo figlio non cammina? Ecco alcuni campanelli d'allarme
Dopo avervi illustrato le principali tappe motorie del primo anno di vita, nel prossimo articolo dedicato allo sviluppo motorio ne verranno analizzate alcune nello specifico, con consigli e suggerimenti.
Se avete domande o desiderate venga approfondito qualche argomento potete scrivere nei commenti o contattare direttamente la neuropsicomotricista. Questo libro di attività per i più piccoli aiuta i bambini ad apprendere le basi della scrittura in corsivo con una divertente interfaccia illustrata che li terrà impegnati per ore. L’eserciziario insegna le lettere di base, poi passa alle legature e termina con delle parole per fare pratica. È un’introduzione perfetta per i principianti e anche un ottimo quaderno per ripassare e fare pratica per i bambini che già si trovano a un livello più avanzato. Per chi comincia a scrivere ma anche per chi vuole fare praticaLa nostra TNPEE Luisa consiglia questo libro a tutti i bambini che per la prima volta si avvicinano alla scrittura in corsivo, ma anche a chi ha già imparato le basi e vuole migliorare le proprie abilità di scrittura.
Dopo aver approfondito i prerequisiti necessari per lo sviluppo della scrittura, oggi parleremo di disgrafia, disturbo della scrittura in corsivo. Ma cos'è la disgrafia?Nei principali manuali diagnostici la disgrafia è sempre stata inquadrata all'interno dei disturbi dell’apprendimento, definita come difficoltà di scrittura che implica una minore velocità e correttezza dell’espressione scritta, tale da inficiare l’apprendimento scolastico e le attività di routine quotidiana. A partire dal DSM-5 non compare più all'interno dei disturbi dell’apprendimento scolastico, ma appare come segno caratteristico del disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria. Che lo si classifichi in un modo o in un altro, è in ogni caso un disturbo evolutivo che si manifesta come difficoltà a scrivere in modo leggibile, fluido e rispettoso delle regole della grafia. Non è da confondere con la semplice “brutta scrittura” del bambino frettoloso e disordinato in quanto il bambino disgrafico presenta difficoltà grafo-motorie derivanti da:
Come si riconosce una scrittura disgrafica?
Quando viene fatta la diagnosi?La diagnosi viene fatta a partire dalla fine della seconda classe della scuola primaria, ma già durante il primo anno è possibile individuare i bambini a rischio nel momento in cui si osservano difficoltà di coordinazione, difficoltà nell'apprendimento della scrittura e nel rispetto dello spazio del quaderno, difficoltà nella abilità manuali e costruttive. Nel momento in cui si colgono difficoltà nel bambino o si rilevano le caratteristiche descritte in precedenza nella modalità di scrittura del proprio figlio è importante rivolgersi a un terapista delle neuro e psicomotricità per una valutazione globale che oltre alla qualità di scrittura andrà a valutare la coordinazione globale, la manualità fine, la postura, le abilità visuo-percettive e visuo-motorie, il funzionamento esecutivo, così da stilare in seguito un programma riabilitativo “cucito ad hoc” sulle esigenze del bambino per procedere ad una rieducazione della scrittura. Tuo figlio fa fatica a scrivere? |
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Luglio 2024
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